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Basilico, erba regale

Quante storie accompagnano il basilico, un’erba aromatica dal nome decisamente importante, Ocimum basilicum – erba regale! Iniziamo col dire che, sebbene l’etimologia sia incerta, secondo alcuni, il nome deriva dall’utilizzo che nell’antichità veniva fatto di questa pianta; in particolare, pare venisse impiegato per produrre profumi per il re. Un altro suo possibile utilizzo è correlato a riti sacri di antiche popolazioni Hindu. 

La storia ci riporta che, nell’antichità, il basilico non era considerato come erba aromatica, quanto un elemento simbolico che accompagnava le superstizioni di molte popolazioni dell’Asia, del Medio Oriente e del Mediterraneo. Ai tempi dei Greci e dei Romani, era addirittura considerato un simbolo diabolico di sfortuna ed odio. E’ solo nel medioevo che verranno scoperti i molteplici benefici del basilico. In India, il basilico sacro Tulsi, considerato elisir di lunga vita, veniva addirittura venerato come una vera e propria divinità. Di certo è che, il basilico, ha numerose proprietà che lo hanno reso un componente essenziale della medicina ayurvedica, così come professato dagli Arabi, popolazione dalla quale il basilico è stato importato nel nostro Paese. Viene utilizzato per curare ansia, stanchezza surrenale, ipotiroidismo, sbalzi glicemici e acne. Anche la scienza moderna ha riconosciuto e confermato le sue proprietà curative che comprendono un’azione antitumorale  e antivirale. 

Ma veniamo alle caratteristiche botaniche di questa erba aromatica annuale, appartenente alla famiglia delle Lamiacee o Labiate; ne esistono una sessantina tra varietà e cultivar che differiscono tra loro per una serie di caratteristiche che vanno dal colore e dalla dimensione delle foglie, al profumo e, per finire, all’aroma. Sono accumunate dall’altezza della pianta, che può crescere fino a 50 cm, dalla presenza di steli ramificati con coppie opposte di foglie. 

Il basilico genovese è una cultivar di basilico e il nome di un prodotto ortofrutticolo italiano a Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.), coltivato esclusivamente nei terreni del versante tirrenico della Liguria.  Due sono gli elementi che rendono questo prodotto unico: l’ambientale e quello antropico. 

Il Basilico Genovese D.O.P. è coltivato solo su terreno naturale che ne conferisce le caratteristiche aromatiche. Per quello che riguarda l’intervento dell’uomo, invece, le regole da seguire sono ferree, al fine di garantire al consumatore una provenienza certa, una qualità di produzione eccelsa nonché il rispetto delle norme di produzione stessa. 

Il basilico genovese D.O.P. è anche l’unica varietà che può essere utilizzata per la preparazione del tipico pesto alla genovese, grazie al suo profumo delicato e privo della fragranza di menta, dovuto agli aromi caratteristici contenuti nelle vescicole della parte superiore delle foglie. Per questo è importante, se volete un prodotto di qualità, verificare che sull’etichetta sia riportato in modo inequivocabile, la certificazione “Basilico genovese D.O.P.” 

Tra gli aromi tipici di questa cultivar, oltre all’eugenolo, presente in una quantità massima del 20%, che è quello caratteristico della specie comune in Italia, sono presenti: estragolo max 87%, linalolo max 75%, tannini max 6% ed inoltre saponina acida, monoterpeni, sesquiterpeni, fenilpropani, flavonoidi, acido caffeico ed esculoside 

Abbiamo parlato dei numeri benefici che caratterizzano il consumo del basilico; chiudiamo con una nota nutrizionale! Cento 100 grammi di basilico  fresco apportano circa  22 Calorie, 0,6 g di grassi, 0 g di colesterolo, 295 mg di potassio, 3,2 g di proteine, 4 mg di sodio. 

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